rapporto sostenibilità industria fondiaria

Rapporto di sostenibilità dell’industria fondiaria

Sembra passato un secolo da quando la Commissione Europea si proponeva di guidare la transizione globale verso la sostenibilità, con il cosiddetto Green New Deal. Eppure, era solo il dicembre 2019.

Da allora, ci siamo trovati ad avere a che fare prima con la pandemia da Covid-19, con la quale stiamo tuttora facendo i conti, poi con la crisi energetica e delle materie prime e, come se non bastasse, con l’invasione russa dell’Ucraina, che ha fatto saltare tutti gli equilibri e paradigmi ai quali eravamo ormai abituati da diversi decenni.

Nonostante le difficoltà congiunturali e le diffuse perplessità su come le istituzioni europee stiano lavorando per raggiungere gli obiettivi del Green Deal, il tema della sostenibilità è ancora ben presente e i settori produttivi non stanno certo a guardare, essendo anzi ben consapevoli di come gli investimenti in sostenibilità rappresentino, pur nel difficoltoso contesto attuale, una polizza sul futuro.

Questo vale a maggior ragione per il settore della fonderia, che già da molti anni destina alla sostenibilità, e in particolare a quella ambientale, una quota parte dei propri investimenti molto superiore rispetto a quella dell’industria complessivamente intesa. Proprio questo è uno dei dati più significativi che emerge dal nuovo Rapporto di sostenibilità dell’industria di fonderia italiana realizzato da Assofond.

Il bilancio di sostenibilità ambientale delle fonderie

I dati che emergono dallo studio confermano una volta di più un dato ben noto a tutti gli addetti ai lavori, ma probabilmente ancora troppo poco conosciuto all’esterno: il settore della fonderia è all’avanguardia in tema di sostenibilità sotto tutti i punti di vista:

- Lo è dal punto di vista ambientale, perché rappresenta un sistema avanzato di economia circolare, grazie al sempre più significativo utilizzo di rottami come materia prima e alla capacità di ridurre al minimo la produzione di materiali di scarto e di reimpiegarne la maggior parte internamente o destinandoli ad altri settori industriali. Inoltre, i prodotti realizzati dalle fonderie sono indispensabili proprio per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti per i prossimi anni, dato che senza di essi non ci sarebbero centrali idroelettriche, pale eoliche, mezzi di trasporto più leggeri e via dicendo.

- Lo è dal punto di vista economico perché, nonostante gli sconvolgimenti che hanno caratterizzato l’economia mondiale negli ultimi quindici anni, il settore resta un attore insostituibile del sistema manifatturiero. Lo conferma la sua capacità di reagire agli urti delle crisi finanziarie internazionali (2008), alle speculazioni legate ai dissesti geopolitici – crisi delle forniture a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina – e ai cosiddetti cigni neri, come la pandemia da Covid-19.

- Lo è, infine, dal punto di vista sociale. Le oltre mille fonderieitaliane continuano a offrire importanti opportunità di lavoro e di crescita professionale, così come positive ricadute sulle comunità dove sono situate le imprese, grazie al loro essere nella maggior parte dei casi realtà stabili, consolidate, e capaci di generare e distribuire valore.

Dal Rapporto di sostenibilità del settore emerge dunque un quadro di sicuro interesse, che deve però essere portato a conoscenza di tutti i principali stakeholder del settore: il volume è infatti la carta d’identità delle fonderie italiane, e come tale merita di essere sui tavoli di tutti i soggetti che hanno relazioni con le imprese del settore. Raccontare il settore nel suo complesso significa anche raccontare le singole imprese ed evidenziare il contributo che sono in grado di dare nell’ambito della transizione verso un mondo più sostenibile, sotto tutti i punti di vista.

 

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana