andamento delle fonderie nel secondo trimestre 2022

L’andamento delle fonderie nel secondo trimestre del 2022

Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi Assofond, nel secondo trimestre del 2022 il settore della fonderia ha fatto segnare delle performance complessivamente positive.

Il fatturato è cresciuto del +15% sul trimestre precedente, soprattutto grazie alla difesa dei prezzi di vendita conseguente i rincari dei costi di produzione. Non mancano tuttavia segnali positivi provenienti dal mercato, che per il momento sembra tenere e che ha sostenuto un trimestre giudicato, nel complesso, non negativo e in miglioramento rispetto al precedente.

Fra le imprese, tuttavia, non c’è particolare ottimismo per la seconda parte dell’anno: l’indice sulla fiducia nei prossimi sei mesi (Indice SIX), pur in leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente, resta su un livello ancora molto basso.

Crescita del mercato delle fonderie: il fatturato cresce ancora del 15% sul trimestre precedente 

La variazione ponderata del fatturato è positiva e registra un incremento del +15% sul trimestre precedente. Il 67% delle fonderie che hanno risposto all’indagine segnala una crescita dei ricavi. L’82% del campione ha indicato, fra le motivazioni dell’incremento del fatturato, l’aumento dei prezzi di vendita, mentre il 47% l’ha indicata come motivazione unica. Nel 42% dei casi, poi, è stato indicato fra i motivi di incremento un miglioramento della domanda di mercato (nuoviclienti o nuovi mercati di accesso, nuove commesse o produzione di nuovi modelli). 

La proiezione di fine anno sulla variazione di fatturato rispetto al 2021 è pari a una crescita del +14%, con oltre il 74% del campione che prevede un aumento rispetto allo scorso anno. In quest’ultima rilevazione l’export sostiene la domanda generale, ma risulta lievemente in calo. L’indice ACT misura il giudizio su come le aziende abbiano trascorso il trimestre di riferimento ed è ponderato per dimensione di fatturato: nel secondo trimestre 2022 guadagna nove lunghezze e si attesta a 58 punti, valore identico a quello del terzo trimestre 2021. Il quadro economico è definito dunque di normalità, e anzi in miglioramento rispetto al trimestre precedente, quello segnato dall’avvio delle operazioni di invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Aumentano le fonderie che danno un giudizio buono sui risultati economici del trimestre (51% del campione), così come chi lo definisce ottimale (6%). Diminuisce, invece, la percentuale di imprese che dà un giudizio negativo, anche se il numero resta piuttosto rilevante (33%). 

L’indice SIX sintetizza le risposte sulle aspettative dei sei mesi successivi alla rilevazione: la curva rialza la testa, ma i 38 punti del secondo trimestre 2022 denotano ancora un sentimento di incertezza. Anche se la maggioranza delle fonderie (51%) crede in uno scenario di stabilità, esiste ancora un 37% del campione che vede il quadro in peggioramento. Tuttavia, aumentano coloro che prevedono un miglioramento (12% del campione).

Le fonderie nel secondo trimestre 2022: cresce l’utilizzo di capacità produttiva, ma anche il ricorso agli ammortizzatori sociali e la visibilità degli ordini è in lieve calo

La visibilità degli ordini è in media pari a tre mesi, in lieve calo rispetto al trimestre precedente (-1,4%). L’Indice GVO (che misura il giudizio sulla visibilità degli ordini raggiunta nel trimestre di riferimento) è poco sopra i 50 punti (50,5) su una scala di 100. Il 65% di chi ha risposto ritiene che la visibilità degli ordini sia solo sufficiente, mentre soltanto il 14% la ritiene ottimale. Anche questo indicatore evidenzia, insomma, una certa preoccupazione da parte delle fonderie relativamente alla seconda metà dell’anno. L’utilizzo di capacità produttiva (indice UCP) anch’esso ponderato per dimensione di impresa, nel secondo trimestre 2022 è invece in aumento all’80,6%: è il miglior risultato degli ultimi quattro trimestri.

È in aumento anche il ricorso complessivo agli ammortizzatori sociali, che interessa il 30,6%delle fonderie: si tratta del valore più alto degli ultimi quattro trimestri. L’aumento è determinato dal maggior utilizzo della C.I.G. ordinaria (24,5% del campione), mentre sono stabili C.I.G. straordinaria (4,1%) e contratti di solidarietà (4,1%). Tale indicatore segnala un peggioramento del quadro economico, in apparente contrasto con l’aumento di utilizzo di capacità produttiva; invero, l’indice UCP, in aumento, risente della ponderazione per fatturato, a significazione che sono le fonderie di dimensione più grande a beneficiare maggiormente degli aumenti congiunturali sin qui commentati.

Analisi per comparto: la crescita dei ricavi per ghisa e non ferrosi, ma fiducia in forte calo

Il fatturato cresce in tutti i comparti, sebbene per le fonderie di acciaio l’incremento sia più ridotto (+5%) rispetto a quelle di ghisa (+18%) e di metalli non ferrosi (+13%).

Il trimestre è giudicato complessivamente positivo: in tutti i casi la maggioranza delle aziende risponde di aver registrato un incremento dei ricavi dovuto a un aumento dei prezzi di vendita, contestuale, tuttavia, a forti rincari dei fattori produttivi. Anche le dinamiche di mercato sono però valutate positivamente: il 50% delle fonderie di metalli non ferrosi dichiara un miglioramento della domanda, seguita dalle fonderie di ghisa (45%) e da quelle di acciaio (25%). Ciò nonostante, la fiducia sui prossimi mesi rimane bassa.

L’andamento delle fonderie per la prima metà dell’anno 2022

“Nonostante i forti timori che l’invasione russa dell’Ucraina aveva sollevato negli scorsi mesi fra i nostri associati – sottolinea il presidente di Assofond – archiviamo una prima metà dell’anno 2022 complessivamente positiva. Il mercato ha beneficiato ancora della spinta che ci aveva permesso di recuperare, nel 2021, il gap con il periodo pre-pandemia.Ciò nonostante, i numeri dell’indagine non dicono tutto. Il fatturato è cresciuto a ritmi sostenuti e la proiezione sulla fine dell’anno parla di un incremento a doppia cifra, ma i motivi dietro questi dati non ci lasciano tranquilli. Il prezzo spot medio dell’energia elettrica in Italia, nel mese di luglio, supera i 540 €/MWh: vuol dire +400% rispetto ad agosto 2021 e addirittura oltre l’800% in più rispetto a gennaio 2021.Le fonderie hanno dovuto aumentare i prezzi di vendita per contenere gli effetti degli enormi rincari dei fattori produttivi e salvaguardare, almeno parzialmente, le marginalità. Le forti dinamiche inflattive su energia e materie prime, inoltre, stanno spostando sensibilmente gli equilibri finanziari delle fonderie per effetto dei valori in gioco e per la grande differenza tra i termini di pagamento in acquisto (brevi, nulli o addirittura anticipati), e di vendita (fortemente dilazionati). Con l’aumento dei tassi di interesse questo fenomeno costituirà un ulteriore problema per la sostenibilità economica del settore.

Reattività e prudenza rimangono le parole d’ordine per i prossimi mesi che ci aspettano, augurandoci di essere in grado di produrre continuativamente per soddisfare una domanda che si mantenga a livelli soddisfacenti nonostante i prezzi attualmente applicati”.

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana