Le richieste di FACE per rilanciare l'industria dell'alluminio

L'industria dell'alluminio in Italia contribuisce in buona parte al sostentamento di molti altri settori del sistema produttivo del Paese. Dalla salute pubblica all'alimentare, dall'elettronica ai mezzi di comunicazione, fino ai mezzi di trasporto e alla distribuzione energetica, molti comparti fanno uso e hanno bisogno dell'alluminio. Ecco perché in questi giorni di discorsi sulle riforme dell'Italia, l'industria dell'alluminio ha voluto far sentire la propria voce attraverso gli associati italiani a Face (Federation of aluminium consumers in Europe).  

La richiesta di Face è rilevante considerando la dimensione dell’industria italiana dell’alluminio: è al secondo posto in Europa, dopo la Germania, con quasi un migliaio di imprese dirette, oltre il 90% Pmi, per un fatturato vicino a 13 miliardi di euro nel 2019. Basti pensare che, lo scorso anno, il mercato italiano ha registrato un consumo complessivo di alluminio di oltre 2 milioni di tonnellate, con un consumo annuo pro capite di metallo tra i più alti del mondo, pari a oltre 34 kg.

Nel corso del 2020 il consumo totale di alluminio in Italia si riduca a 1,5 milioni di tonnellate, pari alla quota di 10 anni fa. Ecco perché Face ha fatto sentire la sua voce, inviando richieste al Governo e proponendo soluzioni per aiutare e rilanciare l'importante comparto industriale dell'alluminio.

Non solo richieste: le proposte di Face per il rilancio dell'alluminio

Face ritiene che sia fondamentale liberare la vitalità delle Pmi dell'alluminio in Italia, che compongono gran parte del tessuto economico del settore. Come? Con una richiesta antica, cioè la sospensione  dei dazi alle importazioni di alluminio grezzo. La struttura di tariffe applicate dall'UE è infatti troppo pesante per un mercato con una produzione interna ridotta in quanto a materia prima.

Il rilancio dell'industria dell'alluminio è possibile

Le richieste di Face non sono utopiche. C'è infatti la concreta possibilità che nel medio e lungo termine il sistema-alluminio riparta, a patto di alleggerirlo dei dazi e spingerlo verso gli investimenti redditizi, quali il rispetto dell’ambiente, l’economia circolare e un approvvigionamento sicuro e non inquinante di materie prime, come previsto dal Green Deal che sarà un punto centrale del Recovery Fund gestito dalla Commissione europea.

Contattaci per saperne di più.