
Produzione delle fonderie italiane nel secondo trimestre 2025: analisi e report
Il settore delle fonderie italiane attraversa una fase di forte criticità. I dati elaborati dal Centro Studi Assofond nel report più recente mostrano che, nonostante un modesto rimbalzo congiunturale (+1,3% rispetto al trimestre precedente), la produzione delle fonderie italiane nel secondo trimestre 2025 ha registrato una contrazione tendenziale del 5,9% confrontata con lo stesso periodo del 2024.
Anche il fatturato riflette una dinamica analoga, con una flessione del -6,7% rispetto al secondo trimestre 2024: la debole accelerazione congiunturale (+1,6% sul trimestre precedente) non è sufficiente a invertire il trend negativo.
«I dati del report Assofond sulle fonderie 2025 confermano le difficoltà strutturali emerse dalla seconda metà del 2023», dichiara il presidente dell'associazione Fabio Zanardi, che aggiunge: «La prima metà dell'anno si conclude con risultati negativi, dopo il pessimo andamento del 2024. I trend congiunturali e tendenziali potrebbero far pensare che sia stato raggiunto un punto di minimo da cui ripartire, ma l'incertezza legata all'impatto dei dazi USA sulle fonderie rischia di compromettere ulteriormente i mercati clienti».
La competitività delle fonderie italiane: il nodo dei dazi e delle sfide interne
L'accordo annunciato tra Unione Europea e Stati Uniti sul fronte tariffario «non rappresenta necessariamente una buona notizia, sebbene costituisca uno scenario preferibile rispetto a un'escalation incontrollata», sottolinea il presidente Zanardi. «Permangono numerosi aspetti da definire. L'auspicio è che possa almeno attenuare l'incertezza paralizzante che ha frenato gli investimenti negli ultimi mesi, ma le criticità dell'Europa sono prevalentemente di natura interna».
Sul fronte dell'economia europea, l'associazione lancia un chiaro allarme: «In un contesto globale caratterizzato da protezionismo crescente, l'Europa risulta particolarmente vulnerabile, operando in uno dei mercati più aperti al mondo ma con un preoccupante deficit di competitività rispetto ai competitor internazionali. Le tariffe statunitensi rischiano di deviare ingenti volumi di prodotti dall'Estremo Oriente verso l'Europa, generando pressioni insostenibili sul nostro mercato. Per contrastare questo rischio occorre rilanciare la competitività delle fonderie italiane ed europee: ridurre i costi energetici, alleggerire la tassazione ambientale, semplificare la burocrazia, diminuire il costo del lavoro e tutelare chi investe nella decarbonizzazione. Le proposte sono già state presentate: disaccoppiare il prezzo dell'elettricità da quello del gas, detassare gli aumenti salariali dei contratti nazionali, estendere il perimetro del CBAM ai prodotti finiti attualmente esclusi, la cui assenza ci espone alla concorrenza sleale di chi produce in Paesi privi di normative ambientali, con costi del lavoro minimi e standard di sicurezza spesso inesistenti. Il governo e la Commissione europea sono consapevoli delle necessità delle imprese: ora servono azioni rapide».
Andamento produttivo e reddituale per settore merceologico
La modesta crescita congiunturale della produzione che caratterizza il secondo trimestre 2025 (+1,3% rispetto ai tre mesi precedenti) evidenzia un netto rallentamento: nel periodo gennaio-marzo l'incremento rispetto all'ultimo trimestre 2024 era stato del +7,1%.
Le fonderie di metalli ferrosi mostrano un progresso del +1,7%, mentre il comparto dei metalli non ferrosi registra una crescita pressoché nulla (+0,1%). Nel campione analizzato prevalgono di misura le realtà che hanno incrementato i volumi produttivi (38,9%), seguite dal 33,3% che ne ha subito una riduzione e dal restante 27,8% che indica una sostanziale stabilità rispetto al trimestre precedente.
La variazione congiunturale del fatturato nel secondo trimestre è positiva (+1,6%), sostenuta dalle fonderie ferrose (+2,7%), mentre quelle non ferrose tornano in territorio negativo (-1,2%). Il 50% delle imprese intervistate dichiara un incremento del fatturato rispetto al primo trimestre; il 27,8% ne segnala una contrazione, mentre nel 22,2% dei casi rimane invariato.
Prospettive e visibilità del portafoglio ordini
La valutazione sulla visibilità degli ordini si mantiene su livelli estremamente ridotti. La media di visibilità si attesta sotto i due mesi per le fonderie di metalli ferrosi e di poco superiore per quelle di metalli non ferrosi.
Nonostante il quadro resti caratterizzato da forte incertezza, si registrano segnali di miglioramento sia nel sentiment generale sul periodo di riferimento, con l'indice Act che a giugno raggiunge quota 55 punti, sia nelle aspettative delle imprese per i sei mesi successivi, con l'indice Six che torna sopra la soglia di sufficienza (56 punti).
La ricerca di personale qualificato nelle fonderie italiane: una sfida sempre aperta
Nonostante le difficoltà di mercato, le fonderie proseguono nella ricerca di personale anche nella prima metà del 2025. L'83,3% delle imprese ha avviato selezioni nel primo semestre. Le figure più richieste sono gli operai specializzati, nel 57,8% dei casi, seguiti dagli operai generici (31,1%).
Tuttavia, l'80% delle fonderie rispondenti si dichiara solo parzialmente soddisfatto delle selezioni effettuate; il 16,7% del campione ne è pienamente soddisfatto, mentre il 3,3% è completamente insoddisfatto. Questo dato evidenzia le persistenti difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata e sottolinea l'importanza strategica di investire nella formazione e nell'attrazione di talenti per il settore.
Fonte: In Fonderia – Il magazine dell’industria fusoria italiana
