Industria dei metalli Brescia

L’industria bresciana dei metalli guarda oltre l’emergenza Covid-19

Il presidente di Confindustria Brescia sottolinea la tenuta del comparto della metallurgia ferrosa e non ferrosa durante la pandemia, in particolare nel Nord Italia e nell’area di Brescia, la Valley europea della lavorazione dei metalli, dall’acciaio, ai metalli rossi, all’alluminio.

Il presidente di Confindustria Brescia, che riunisce anche l’eccellenza della metallurgia italiana, sia del ferroso che del non ferroso. Quindi non solo siderurgia, dove tra i principali operatori c’è proprio il Gruppo Feralpi guidato dal presidente di Confindustria Brescia tra i primi produttori europei di acciaio per l’edilizia con fatturato di 1,3 miliardi di euro, ma anche la metallurgia dell’ottone, del rame, dello zinco, del piombo e in particolare dell’alluminio, un comparto questo in straordinaria crescita negli ultimi decenni.

 

Cominciamo dal tema centrale dei giorni nostri, come sta affrontando la crisi economica da Covid-19 il settore metallurgico in Lombardia e nel Nordest?

“La metallurgia, del ferroso e del non ferroso, è tra i settori con migliore tenuta nell’industria italiana. L’acciaio in particolare ha mostrato una resilienza incredibile. In Lombardia e anche nel Nordest, da quel che mi raccontano i colleghi veneti e friulani, la siderurgia per esempio non ha sofferto grandi perdite di ordini e i bilanci hanno tenuto in termini di solidità e redditività, come dimostrato nella recente presentazione di Bilanci d’Acciaio di Siderweb.”

 

Quindi ci furono più danni nel 2008?

“Allora la crisi finanziaria comportò una mancanza di liquidità con contraccolpi mondiali, dato che in particolare la siderurgia era tra le colonne portanti delle economie orientali e occidentali. Nella crisi per la pandemia, invece, la siderurgia ha tenuto. Durante il lockdown abbiamo messo in piedi una struttura adeguata per rimanere competitivi. Mi riferisco, per esempio, alle Task force nate in tempi strettissimi e ai comitati di resilienza per rendere strutturale la capacità di reazione. Ci sono aziende che stanno investendo nel lungo termine. Perché nella siderurgia ci vogliono dai 5 ai 10 anni affinché gli investimenti in ambito ambientale o di processi comportino degli effetti. Decidiamo oggi quel che saremo fra 10 anni, quindi occorre avere idee chiare ed essere anticipatori.”

 

Come si colloca il nostro settore metallurgico rispetto ai concorrenti tedeschi?

“Dopo la Germania l’Italia è seconda in Europa, con distretti come quello bresciano nati dalla diffusione delle competenze da alcune grandi aziende del territorio. La Germania ha certamente una storia industriale più antica, soprattutto nell’industria pesante, dove i bacini carboniferi hanno fatto la differenza. Inoltre il sistema tedesco ragiona in termini di rete, politecnici e università sono tradizionalmente collegati alle imprese. I tedeschi poi ci fanno capire il valore del brand industriale, ne hanno creati molti e l’esempio lampante è quello dell’auto, dove sono riusciti ad essere sinonimo di qualità top. Un’azienda con un forte brand ha una marcia in più: non è sostituibile come un fornitore indifferenziato.”

 

Qual è la tradizione bresciana della metallurgia dei non ferrosi in particolare dell’alluminio?

Brescia è un primato nazionale. Le società di capitali bresciane attive nella produzione e nella fonderia e nelle trasformazioni di metalli non ferrosi sviluppano oltre 3 miliardi di fatturato (elaborazioni Centro Studi Confindustria Brescia su dati AIDA) con una positiva ricaduta sociale. Nel 2018 il settore ha occupato 9297 addetti, di cui 3641 nel comparto di produzione e 5656 in quello fusione (elaborazioni Centro Studi Confindustria Brescia su dati ISTAT). La seconda provincia d’Italia dopo Brescia, come concentrazione nella metallurgia del non ferroso, è Torino, ma ben distanziata con 1500 addetti. Grandi gruppi bresciani continuano ad essere un punto di riferimento trasversale: dal riciclo, estrusione, fonderia e pressocolata fino alle lavorazioni meccaniche e finiture, compresa l’impiantistica per le tecnologie di produzione e trasformazione. L’alluminio fa da sempre parte del nostro cuore manifatturiero. Già oltre 25 anni fa nacque proprio a Brescia una delle più importanti manifestazioni fieristiche interazionale dedicata al metallo leggero e le sue leghe.”

 

Quali sono i mercati dell’alluminio bresciano?

“C’è una grande tradizione sia di fonderie che di lavorazioni downstream del metallo leggero e dell’industria dell’alluminio. Molte sono le realtà che operano nell’automotive, producendo componentistica per la filiera internazionale. In primis per l’industria automobilistica tedesca, che trova nel bresciano molti fornitori accreditati di primo livello (OEMs) e secondo livello (Tier 1, 2, 3). E poi l’alluminio per le costruzioni, a partire dal grande mercato internazionale delle facciate e degli involucri esterni degli edifici. Da sottolineare, inoltre, l’utilizzo crescente dell’alluminio nei trasporti pubblici. Per esempio, nel settore ferroviario in combinazione con l’acciaio per la carrozzeria e la componentistica d’interni dei vagoni e nell’elettrificazione delle linee e degli stessi impianti interni dei treni.”

 

Fonte: A&L Aluminium Alloys Pressure Diecasting Foundry Techniques