
L'evoluzione della fonderia europea: trasformazioni strutturali e nuovi equilibri industriali (2002-2024)
Tra il 2002 e il 2024, l'evoluzione della fonderia europea ha attraversato un periodo di profonde trasformazioni strutturali, caratterizzato da una contrazione significativa della produzione di getti ferrosi e una maggiore tenuta del comparto non ferroso. Questo arco temporale di oltre due decenni ha delineato un quadro complesso ma ricco di segnali di cambiamento, in cui la flessione generalizzata è stata innescata da cambiamenti nella domanda, pressioni sui costi e instabilità geopolitica.
I dati raccolti sui principali Paesi produttori europei aderenti all'EFF (European Foundry Federation) rivelano le tendenze della fonderia dal 2002 al 2024 che potrebbero indicare una crescente diversificazione produttiva e una transizione verso getti alleggeriti e a un maggiore valore aggiunto. Questa evoluzione rappresenta una risposta strategica del settore alle sfide contemporanee e alle nuove esigenze del mercato globale.
Cambiamenti strutturali nel settore fonderie: la rivoluzione dei materiali non ferrosi
Uno dei più significativi cambiamenti strutturali nel settore fonderie osservabile nel periodo 2002-2024 riguarda la graduale ma costante trasformazione nella composizione della produzione europea di getti. Si è assistito a un progressivo spostamento dal predominio quasi esclusivo dei materiali ferrosi verso una maggiore incidenza dei non ferrosi.
Nel 2002, i getti ferrosi rappresentavano l'81% della produzione totale europea, mentre i non ferrosi coprivano solo il 19% del mercato. Nel 2024, questo rapporto si è significativamente modificato: l'incidenza dei ferrosi è scesa al 73%, mentre quella dei non ferrosi è salita al 27%, evidenziando una trasformazione strutturale di grande portata.
In termini assoluti, questa trasformazione si traduce in numeri eloquenti: la produzione di getti ferrosi è diminuita di circa 2,75 milioni di tonnellate, mentre quella dei non ferrosi è aumentata di circa 500 mila tonnellate. Pur rimanendo i ferrosi ancora dominanti, la tendenza verso una produzione di getti più leggeri appare irreversibile e strategicamente orientata verso le esigenze future del mercato.
Il bilancio di due decenni: numeri e tendenze di lungo periodo
Nel 2002, la produzione totale di getti in Europa superava i 15 milioni di tonnellate, con una netta predominanza dei metalli ferrosi. Nel 2024, la produzione è scesa a circa 13 milioni di tonnellate, con i ferrosi ridotti a 9,5 milioni di tonnellate e i non ferrosi relativamente stabili a 3,45 milioni di tonnellate.
Il calo medio annuo della produzione totale si attesta intorno al -0,9%, ma questa media nasconde differenze sostanziali tra i due comparti. La flessione è molto più marcata per i getti ferrosi, che perdono terreno progressivamente anno dopo anno, soprattutto per la diminuzione della domanda da parte dell'automotive e della meccanica tradizionale.
Le tendenze della fonderia dal 2002 al 2024 mostrano che, se il trend di lungo periodo è lineare e progressivo, quello del breve periodo presenta caratteristiche più drammatiche. Tra il 2021 e il 2024, la produzione complessiva è calata del 4,1% annuo, riflettendo l'impatto delle recenti crisi che hanno investito il settore.
Le cause principali di questa accelerazione includono l'aumento dei costi energetici, le crescenti pressioni normative e burocratiche, la debolezza della domanda interna, gli shock geopolitici derivanti dalla guerra in Ucraina, le tensioni con la Cina, l'instabilità mediorientale e la stagnazione prolungata nel settore automotive.
I metalli non ferrosi: resilienza e riposizionamento strategico
A differenza dei ferrosi, i getti non ferrosi mostrano una maggiore stabilità e capacità di resistenza alle turbolenze di mercato. La crescita media annua dello 0,7% dal 2002 al 2024 indica una domanda più solida e diversificata, supportata dall'espansione di settori strategici emergenti.
I settori che trainano questa crescita includono l'elettromobilità e la componentistica leggera, l'aerospazio e la difesa, l'elettrotecnica e la termotecnica. Questi comparti rappresentano il futuro della manifattura europea e spiegano la crescente importanza dei materiali non ferrosi nell'evoluzione della fonderia europea.
Concentrazione geografica e dinamiche competitive: i top 6 produttori
Il settore della fonderia europea si conferma fortemente concentrato geograficamente. Nel 2024, sei Paesi - Germania, Turchia, Italia, Francia, Spagna e Polonia - rappresentano insieme l'84% della produzione totale di getti ferrosi e non ferrosi. Tuttavia, l'analisi dei dati rivela dinamiche differenziate per tipo di lega e per Paese, evidenziando l'evoluzione strutturale in atto nel settore.
Getti ferrosi: leadership tedesca in un mercato in contrazione
Nel segmento dei getti in leghe ferrose (ghisa e acciaio), il 2024 ha registrato un forte calo rispetto al 2023, con la produzione dei top 6 scesa del 13,8%, passando da 9,1 a 7,9 milioni di tonnellate.
La Germania si conferma leader indiscusso con 2,6 milioni di tonnellate, pari al 33% del totale, nonostante un calo significativo del 15,3% rispetto al 2023. La Turchia mantiene la seconda posizione con 1,8 milioni di tonnellate (24% del totale), ma registra la contrazione più marcata con un -19,7%.
Francia, Spagna, Italia e Polonia completano la classifica dei primi sei produttori, con produzioni rispettivamente di:
- Francia 1,1milioni di tonnellate;
- Spagna 1milione di tonnellate;
- Italia 900 mila tonnellate;
- Polonia 400 mila tonnellate.
Tutte hanno segnato flessioni significative, ad eccezione della Spagna che ha limitato la perdita al -2,2%, dimostrando una maggiore stabilità del mercato interno.
Metalli non ferrosi: tenuta relativa con la Turchia in controtendenza
Sul fronte dei getti in leghe non ferrose (alluminio, rame, magnesio, zinco), il trend dei principali produttori europei risulta meno negativo, con un calo produttivo del 3,8% che ha portato la produzione da 3,1 a 3,0 milioni di tonnellate.
Germania e Italia dominano questo segmento con il 26% ciascuna della quota di mercato, pur segnando flessioni del -4,0% e -6,1% rispettivamente. La Turchia, terzo produttore con il 25% del mercato, rappresenta l'unico Paese in crescita con un +1,3%, trainato probabilmente dall'espansione della capacità produttiva e dalla maggiore competitività nei costi.
Francia e Polonia vedono la produzione in calo del -5,1% e del -10% rispettivamente, mentre la Spagna contiene la perdita a -1,2%, confermando una maggiore tenuta del comparto non ferroso rispetto ai getti ferrosi.
Adattarsi ai cambiamenti nel mercato delle fonderie: strategie per il futuro
I dati relativi alla produzione complessiva rivelano che nel 2024 i primi sei produttori in Europa hanno realizzato complessivamente 10,9 milioni di tonnellate di getti, in calo dell'11,2% rispetto al 2023. Questo rappresenta una perdita di quasi 1,4 milioni di tonnellate in un solo anno, evidenziando l'urgenza di adattarsi ai cambiamenti nel mercato delle fonderie.
Il peso di questi sei Paesi sulla produzione totale si conferma altissimo (84%), ma tutti segnano contrazioni significative: Germania -12,8%, Turchia -14,6%, Italia -12,2%, Francia -6,6%, Spagna -2,1%. Solo la Spagna riesce a contenere le perdite, segno di una maggiore stabilità del mercato interno e di politiche industriali più efficaci.
L'evoluzione della fonderia europea nel periodo 2002-2024 delinea chiaramente la necessità di una trasformazione strategica del settore. La crescente importanza dei materiali non ferrosi, la pressione competitiva sui costi, la necessità di innovazione tecnologica e la sfida della sostenibilità ambientale rappresentano i pilastri su cui costruire il futuro dell'industria fusoria europea.
Le aziende che sapranno adattarsi ai cambiamenti nel mercato delle fonderie attraverso investimenti in ricerca e sviluppo, diversificazione produttiva verso materiali ad alto valore aggiunto e ottimizzazione dei processi saranno quelle meglio posizionate per affrontare le sfide future. La transizione verso getti più leggeri e tecnologicamente avanzati non rappresenta solo una necessità di mercato, ma un'opportunità strategica per rilanciare la competitività europea nel panorama globale.
Le tendenze della fonderia dal 2002 al 2024 indicano che il settore si trova a un punto di svolta cruciale, dove le scelte strategiche dei prossimi anni determineranno la capacità di mantenere un ruolo di leadership nella manifattura globale e di contribuire efficacemente alla transizione verso un'economia più sostenibile e tecnologicamente avanzata.
Fonte: In Fonderia – Il magazine dell’industria fusoria italiana