Andamento fonderie alluminio post covid

Andamento delle fonderie di alluminio post-Covid: la redditività risale dopo il crollo del 2020, ma non abbastanza

La domanda di mercato delle fonderie, nel 2021, segna una crescita del +30,7% rispetto all’anno precedente, quello del blocco nazionale dovuto alla pandemia da Covid-19 (2020).

I comparti in cui è suddiviso il settore si sono però mossi in maniera diversa:

- Le fonderie di ghisa sono quelle che registrano l’aumento più significativo dei ricavi (+40,1%) dopo la flessione del -16,5% subita nel 2020;

- Seguono quelle le fonderie di alluminio, con una crescita dei ricavi del +30,2% (successiva al -16,9% dell’anno precedente sul 2019);

- I ricavi delle fonderie di zinco e altri metalli non ferro si sono cresciuti del +20,1%, in recupero sul -19,5% del 2020.

Per tutti questi comparti, i ricavi si collocano sui valori massimi degli ultimi sei anni. Diversa la situazione delle fonderie di acciaio, per le quali l’incremento si è fermato al +5,5%, dopo una flessione che nel 2020 era stata comunque meno significativa rispetto a quella degli altri comparti (-7,1%).

Redditività complessiva e crescita della domanda nel mercato: bene il ROE delle fonderie di metalli non ferrosi

Gli incrementi registrati sugli utili di impresa rispetto al 2020 sono esponenziali sia per le fonderie di ghisa sia per quelle di alluminio; nelle fonderie di zinco e altri metalli non ferrosi si raggiunge il +62,9% rispetto al 2020; per le fonderie di acciaio, al contrario, l’ultimo margine economico è in calo del -64,5% sull’anno precedente. La redditività complessiva del settore, misurata dal rapporto fra gli utili e il patrimonio netto (ROE), è pari nel 2021 al 3,4%.

Nonostante anch’essa sia in forte crescita rispetto al 2020 (+125,8%), i livelli di redditività sono estremamente diversi da un comparto all’altro. Quello più redditizio rimane quello delle fonderie di zinco e altri metalli non ferrosi: con una crescita del +33,5% sul 2020, il ROE di questo comparto raggiunge infatti quota 15,9%. Seguono le fonderie di alluminio, al 6,1%, in crescita del +931,5% rispetto al 2020. Le fonderie di ghisa riportano il conto economico in area di utile, registrando una redditività dell’1,6% (+2144,1% sul 2020), mentre il ROE di quelle di acciaio subisce una flessione del -64,6%, dato che comprime la redditività del comparto all’1,4%.

Redditività caratteristica (ROI): andamento e performance migliori per le fonderie non ferrose

La redditività complessiva è diretta conseguenza dell’andamento della redditività del capitale investito nell’attività caratteristica (ROI). A livello complessivo di settore, la redditività del capitale investito operativo è cresciuta nel 2021 fino al +124,4% e il ROI è pari al 2,7%. Ancora una volta, tuttavia, le differenze fra un comparto e l’altro sono notevoli.

In linea generale, i livelli di redditività raggiunti dalle fonderie non ferrose, ossia alluminio e zinco, risultano migliori non solo in senso assoluto, ma anche rispetto ai costi finanziari sostenuti, se osservati accanto a quelli delle fonderie di ghisa e acciaio. Il ROI più alto è quello delle fonderie di zinco e di altri metalli non ferrosi: la loro redditività sale al 12,2% (+18,1%). Grazie agli alti livelli di redditività e a un buon livello di capitalizzazione, queste aziende mantengono sotto controllo il rischio finanziario complessivo e sostengono costi per il proprio finanziamento molto bassi, in funzione alla marginalità generata.

La minore capitalizzazione delle fonderie di alluminio, invece, espone questo comparto al più alto livello di rischio finanziario del settore: l’indebitamento sale a quasi due volte il valore del patrimonio netto, ma la redditività raggiunta nel 2021 (4,0%, in crescita del +211,9% sul 2020) non pregiudica la marginalità complessiva e consente a queste aziende di finanziarsi a costi inferiori rispetto all’anno precedente.

Il giudizio sulla redditività cambia se si osservano i dati delle fonderie di metalli ferrosi: il livello di ROI delle fonderie di ghisa, ancorché in miglioramento (1,7%, in crescita del +774,9% rispetto al 2020 quando era però addirittura in territorio negativo), non mette al riparo queste aziende da un costo del denaro che è ancora troppo alto per la redditività raggiunta nel 2021. Il quadro finanziario è in peggioramento per il significativo indebitamento di medio e lungo termine e per il deterioramento dei margini di tesoreria che subiscono il forte aumento dei costi delle forniture di breve periodo.

Non è positiva neanche la situazione delle fonderie di acciaio, unico comparto che vede il ROI in contrazione (-83,0%), con un reddito operativo che si è ridotto allo 0,7% sul capitale investito operativo. Il peggioramento del quadro complessivo è tuttavia dato principalmente da una domanda di mercato non soddisfacente in rapporto alla struttura dei costi del comparto, che ha portato a una marginalità caratteristica pericolosamente bassa. Le fonderie di acciaio, tuttavia, rimangono molto capitalizzate e fortemente liquide: una politica che consente, anche in situazioni così avverse, di mantenere un rischio finanziario particolarmente basso.

L’andamento delle fonderie di alluminio e il rischio finanziario

Nel 2021 il rischio finanziario del settore, misurato dal rapporto fra capitali di debito ed equity, è aumentato a 1,42 punti (+12,3%): il peggioramento del quadro finanziario è spiegato da un indebitamento aumentato principalmente per sostenere la domanda di mercato e il capitale circolante piuttosto che per nuovi investimenti in asset produttivi. Il costo del denaro (ROD) diminuisce (-5,2%) in funzione di una redditività in ripresa e di una solidità patrimoniale che rimane buona, ancorché con importanti differenze fra un comparto e l’altro.

Quello delle fonderie di acciaio rimane il comparto più capitalizzato e con un rischio finanziario ancora molto basso (0,82), sebbene in peggioramento nell’ultimo anno (+23,6%); il costo del denaro, in virtù della solidità patrimoniale appena citata, si riduce allo 0,3%, nonostante il quadro economico in controtendenza rispetto agli altri comparti.

Le fonderie di zinco e altri metalli non ferrosi ottengono un rapporto D/E, nel 2021, sostanzialmente stabile, con una massa di indebitamento che supera di poco il valore del patrimonio netto (1,11); il costo del denaro è in aumento all’1,0% (+10,7%).

Il grado di rischio finanziario inizia a essere sostenuto nelle fonderie di ghisa, dove il rapporto D/E sale a 1,42 punti (+14,7%); anche il costo del denaro è in aumento (+5,0%) ancorché fra i valori più bassi del settore (0,8%).

Il rapporto Debt/Equity è massimo nelle fonderie di alluminio (1,96), in aumento del +4,9% sul 2020: il comparto sconta un minor grado di capitalizzazione, anche se la buona redditività conseguita ha permesso a queste fonderie di registrare un’attenuazione del costo del denaro (-7,9%), sebbene il ROD rimanga il più alto del settore (1,2%).

Migliora lo spread del settore e cresce la domanda di mercato per le fonderie

Lo Spread del settore restituisce un giudizio qualitativo sui livelli di redditività raggiunti in funzione del costo del denaro preso a prestito.

Il 2021 delle fonderie italiane si è caratterizzato per uno Spread in deciso miglioramento, grazie soprattutto ai risultati delle fonderie non ferrose: il dato complessivo del settore è pari all’1,8%, con un incremento del +569,7% sul 2020, quando Alluminio e Ghisa riportavano valori negativi.

Il buon risultato di redditività del 2021 pone lo Spread delle fonderie di alluminio al 2,8%, con una crescita esponenziale rispetto all’anno precedente; la redditività complessiva (ROE) cresce in funzione della buona redditività caratteristica (ROI) che consente ancora di indebitarsi a costi sostenibili.

Lo Spread delle fonderie di ghisa torna in territorio positivo, nel 2021 (0,9%) ma tale risultato evidenzia una redditività caratteristica (ROI) ancora bassa affinché il comparto possa raggiungere risultati di ROE che consentano un minor rischio finanziario: il costo del denaro non è alto, ma il livello di rischio (D/E) è in aumento su valori di allerta.

Il comparto delle fonderie di acciaio registra uno Spread in forte diminuzione (-89,8%) allo 0,3%, indice di una situazione di redditività molto bassa, nel 2021, che ha compresso il ROE del comparto, ovvero la redditività complessiva: la forte solidità patrimoniale mette ancora al riparo queste fonderie da un rischio finanziario che potrebbe pregiudicare un costo del denaro preso a prestito ancora basso, nonostante la congiuntura di mercato sfavorevole.

Indebitamento netto finanziario (PFN/Ebitda): quadro molto diverso fra i comparti

Se si commenta il dato generale del settore, il 2021 vede l’indebitamento netto finanziario in miglioramento (+16,3%) in rapporto all’Ebitda esi pone su un valore, -1,25 punti, che restituisce una posizione netta debitoria significativa, ma non ancora su valori di allarme, affiancata da una redditività economica che, misurata in termini di Ebitda, risale all’8,4% dei ricavi.

Nondimeno, la situazione all’interno dei comparti è molto differenziata, con qualche criticità in particolare per le fonderie di ghisa e di alluminio, dove la redditività raggiunta non consente di commentare un quadro finanziario fuori pericolo.

Il rapporto PFN/Ebitda delle fonderie di ghisa è il peggiore all’interno del settore: nel 2021, ancorché in miglioramento (+27,1%) rimane sopra la soglia critica dei due punti (-2,02) con un Ebitda al 7,4% dei ricavi. Sebbene l’indicatore finanziario sia in miglioramento, la redditività raggiunta nel 2021 non consente alle aziende del comparto, nonostante il buon livello di capitalizzazione, di attenuare la tensione finanziaria.

Anche le fonderie di alluminio non presentano un rapporto PFN/Ebitda particolarmente rassicurante, ancorché al di sotto della soglia critica: nel 2021 la PFN è debitoria e pari a 1,72 volte l’Ebitda, nonostante la crescita di quest’ultimo al 9,8% dei ricavi. Il comparto presenta dunque un indebitamento importante, nonostante il buon rimbalzo economico, a causa di una minore solidità patrimoniale.

Le fonderie di zinco e altri metalli non ferrosi rimangono in territorio positivo, ossia con una posizione finanziaria netta a credito, sebbene quasi nulla, nel 2021 (0,09) e in peggioramento (-68,8%); il rapporto Ebitda/ricavi è il più alto del settore, pari al 13,7% dei ricavi, in aumento di più di due punti percentuali.

Il comparto dell’acciaio rimane, di gran lunga, quello finanziariamente più solido: la PFN (creditoria) è oltre 3 volte l’Ebitda (3,62), in ulteriore miglioramento nel 2021 (+5,2%); tuttavia la redditività economica subisce un forte contraccolpo e l’Ebitda, nell’ultimo anno, si riduce al 6,4% dei ricavi.

 

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana