La sabbiatura di componenti in alluminio pressofuso è praticamente sempre una lavorazione intermedia nel processo di finitura di un articolo ed ha lo scopo di rimuovere mediante erosione la parte più superficiale del pezzo grazie all’abrasione ottenuta dal getto di sabbia ed aria. La sabbiatura di prodotti in alluminio è la tecnica più efficace per effettuare il trattamento di preparazione delle superfici di particolari pressofusi, prima che vengano sottoposti a verniciatura o all'applicazione di uno strato protettivo efficace contro la corrosione.

I metodi di sabbiatura possono essere diversi, in particolare essa può essere “per via umida” o “a secco”, tuttavia, in questo settore il metodo a secco è assolutamente quello più diffuso e preferibile, sia per questioni legate alla corrosione, che per la qualità del risultato finale. Il processo di sabbiatura di componenti in alluminio pressofuso viene principalmente realizzato scagliando microsfere d'acciaio contro la superficie da trattare, per garantire la massima omogeneità e l'assenza di difetti superficiali.

Vi sono 4 diversi gradi di sabbiatura, in relazione del risultato di sabbiatura che si intende ottenere, dalla più fine, detta “metallo bianco” (Sa3, secondo la normativa ISO8501-1), alla “sabbiatura al metallo quasi bianco” (Sa2,5), alla “sabbiatura commerciale” (Sa2), fino alla “sabbiatura grossolana” (Sa1).

La sabbiatura di componenti in alluminio pressofuso è un trattamento particolarmente indicato per gli articoli pressofusi del “settore automotive”. Dal momento che l'alluminio è un materiale meno resistente rispetto al ferro e perciò più soggetto al rischio di deformazioni e danneggiamenti superficiali derivanti da possibili errori di realizzazione del trattamento, è necessario prestare molta attenzione durante il trattamento di sabbiatura dell'alluminio e affidarsi a personale tecnico competente e qualificato, come quello che lavoro nel reparto dedicato di italpres.

Un'altra variabile da considerare in questo processo è il “profilo di sabbiatura”, ossia il grado di rugosità superficiale che si vuole ottenere. La rugosità dipende direttamente dalla granulometria, dalla qualità dell’abrasivo, dalle condizioni iniziali della superficie da trattare.