Opportunità prodotti fonderie

Dopo un 2022 fuori controllo, nuove sfide e opportunità per il mercato delle fonderie

C’è una definizione per il 2022 condivisa sia da coloro che lo giudicano positivamente sia da chi preferisce archiviarlo come un disastroso ricordo. E cioè che è stato un anno fuori controllo. Del resto, l’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica e quella delle materie prime, con le conseguenti volatilità dei prezzi, il timore di dover interrompere la produzione per mancanza di gas, il repentino aumento dei tassi d’interesse e dell’inflazione sono tutti avvenimenti che dipingono come un incubo l’anno appena trascorso.

Tuttavia, i risultati complessivi ottenuti nel settore delle fonderie e, ancor più, la presa d’atto che il sistema sia riuscito a reggere nonostante tutto, portano a una finale interpretazione, almeno nel breve termine, tutt’altro che negativa.

Le opportunità per i prodotti delle fonderie

I dati congiunturali elaborati dal Centro Studi Assofond relativi allo scorso anno ci dicono – in attesa di quello che certificheranno i bilanci in termini di marginalità – che le fonderie italiane sono riuscite ad affrontare efficacemente l’emergenza. Il lavoro delle associazioni che rappresentano i settori energivori ha dato i suoi frutti, garantendo ascolto e comprensione da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Questo impegno ha portato a misure emergenziali concrete, che hanno sostenuto le forze produttive e che ci hanno permesso di contenere i danni.

Altrettanto ha fatto il mercato, grazie a una domanda rimasta tonica per tutto l’anno nonostante il necessario adeguamento al rialzo dei listini, inevitabile per non trovarsi a lavorare in perdita.

Sei mesi dopo la fine di questo folle 2022 non possiamo però ancora dirci usciti dal tunnel. Né dell’incertezza né dell’assurdità. Ci troviamo, infatti, in un equilibrio geopolitico globale cronicamente instabile, per il quale le imprese devono abituarsi a operare in un contesto caratterizzato da forte volatilità e innumerevoli rischi.

Del resto, anche cedendo all’illusione che i costi energetici forse hanno imboccato la strada della normalizzazione, ci troviamo comunque a livelli significativamente superiori a quelli di due anni fa, anche considerando che, in Italia, continuiamo a pagare un differenziale importante rispetto ai prezzi che si vedono in Germania, Francia, Spagna. Non siamo quindi in una fase semplice da gestire nemmeno sotto questo punto di vista, dato che stiamo peraltro andando verso il phase out delle misure emergenziali che abbiamo ottenuto lo scorso anno.

L’incertezza dello scenario generale e la complessità nel leggere il presente non ci devono però condizionare negativamente. L’inizio del 2023, come certifica l’ultima indagine trimestrale Assofond, è stato positivo, anche se oggi notiamo un calo dei volumi.

L’attenzione alle dinamiche contingenti, doverosa e fondamentale, non deve però portarci a trascurare la visione di lungo periodo che, oggi più che mai, passa per la sfida della transizione ecologica.

La fonderia italiana è già all’avanguardia in fatto di decarbonizzazione del suo processo produttivo, e gli investimenti ambientali del settore che, come risulta dall’ultimo Rapporto di sostenibilità Assofond, sfiorano in media il 20% del totale, stanno proseguendo a gran ritmo. Del resto, sappiamo che i nostri prodotti sono e resteranno fondamentali per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Europa, perché senza di essi non ci possono essere pale eoliche, centrali idroelettriche, veicoli sempre più leggeri e basso emissivi, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Se da un lato quindi non dobbiamo temere questo trend che, anzi, potrebbe aprire nuove frontiere di mercato, dall’altro è necessario che i settori cosiddetti “hard to abate” come quello delle fonderie possano beneficiare di una protezione comunitaria dalla concorrenza sleale di Paesi extra europei (nei quali le aziende possono operare su standard di sostenibilità molto meno stringenti dei nostri), nonché di sostegni agli investimenti e rimozione degli ostacoli autorizzativi per sviluppare progetti in energie rinnovabili che, troppo spesso, rendono ancora più accidentato un percorso già di per sé complesso.

 

Fonte: In Fonderia – ll magazine dell’industria fusoria italiana