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Mercato delle fonderie italiane nel primo trimestre 2025: stagnazione prolungata senza segnali di vera ripresa

Il mercato delle fonderie italiane nel primo trimestre 2025 presenta un quadro complesso caratterizzato da segnali apparentemente contraddittori. Mentre i dati congiunturali mostrano un moderato incremento della produzione e del fatturato rispetto all'ultimo trimestre del 2024, l'analisi approfondita rivela una realtà ben diversa. Questo miglioramento rappresenta essenzialmente un rimbalzo fisiologico, determinato principalmente dal maggior numero di giorni lavorati rispetto al periodo precedente, che includeva le festività natalizie. La situazione tendenziale rispetto allo stesso trimestre del 2024 rimane, infatti, decisamente negativa, confermando la crisi del settore fonderie che persiste ormai da diversi trimestri.

«I dati del primo trimestre 2025 confermano le sensazioni che abbiamo da mesi: ci troviamo in una fase in cui sembra che il settore abbia raggiunto il fondo della discesa, ma senza mostrare segnali concreti di risalita», sottolinea Fabio Zanardi, presidente di Assofond. Le sue parole delineano perfettamente la delicata situazione in cui versa l'industria fusoria italiana, sospesa tra la speranza di una ripresa e la dura realtà dei numeri.

Analisi dettagliata: produzione e fatturato tra rimbalzi e contrazioni

Performance produttiva: un miglioramento di facciata

La produzione ha registrato un incremento congiunturale del 6,4% nel primo trimestre 2025 rispetto al periodo precedente, con una dinamica sostanzialmente identica per entrambi i comparti del settore. Le fonderie di metalli ferrosi hanno segnato un +6,4%, mentre le fonderie di metalli non ferrosi hanno raggiunto un +6,3%. Tuttavia, il confronto tendenziale con il primo trimestre 2024 rivela la vera dimensione della crisi del settore fonderie: un calo complessivo del -9,5%, con le fonderie ferrose a -8,5% e le non ferrose che registrano una contrazione ancora più marcata del -11,9%.

Questi dati evidenziano come l'apparente miglioramento congiunturale sia principalmente dovuto a fattori stagionali piuttosto che a una reale inversione di tendenza. Le prospettive delle fonderie italiane rimangono quindi ancorate a una realtà di contrazione strutturale che richiede interventi sistemici per essere affrontata efficacemente.

Dinamiche del fatturato: crescita apparente ma perdite sostanziali

Il fatturato ha seguito una dinamica analoga, registrando una crescita congiunturale del 9,2% sul trimestre precedente. Le fonderie ferrose hanno segnato un incremento del 6,6%, mentre le non ferrose hanno mostrato una performance più vivace con un +14,6%. Tuttavia, anche per i ricavi i valori tendenziali mantengono il segno negativo per l'intero settore (-8,7%), con le fonderie ferrose a -8,2% e le non ferrose a -9,7%.

Questa disparità tra performance congiunturali e tendenziali sottolinea la natura fragile del settore e la necessità di guardare oltre i dati di breve periodo per comprendere le vere dinamiche dell'andamento delle fonderie nel 2025.

Fattori determinanti e prospettive di mercato

Motivazioni del rimbalzo congiunturale: calendario vs domanda

L'analisi delle motivazioni alla base delle variazioni congiunturali conferma la natura prevalentemente tecnica del miglioramento osservato. Tra le fonderie che hanno registrato un aumento della produzione nei primi tre mesi dell'anno, il 48,3% del campione identifica nei giorni lavorati superiori rispetto al trimestre precedente la ragione principale, confermando come il rimbalzo sia dovuto essenzialmente a fattori di calendario.

Tuttavia, emerge anche un segnale positivo rappresentato dall'aumento della domanda di mercato, indicato dal 37,9% del campione. Questo dato, seppur minoritario, suggerisce che esistano ancora spazi di mercato attivi, anche se non sufficienti a compensare le difficoltà strutturali del comparto. Per quanto riguarda il fatturato, la crescita congiunturale è stata trainata principalmente dall'incremento delle quantità spedite, indicando una certa capacità di trasformazione della domanda in ricavi effettivi.

Visibilità degli ordini: un orizzonte sempre più breve

Il quadro della visibilità degli ordini presenta elementi particolarmente preoccupanti per le prospettive delle fonderie italiane. I livelli rimangono molto bassi, ben al di sotto della soglia di sufficienza, senza mostrare segnali di miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. La situazione è differenziata per tipologia di produzione: la ghisa mantiene una visibilità media di 2,2 mesi, mentre l'acciaio vede ridursi la propria visibilità da 1,3 a 0,8 mesi, e le non ferrose registrano una contrazione da 2,7 a 2,5 mesi.

Questi dati riflettono un mercato caratterizzato da estrema incertezza e planning di breve termine, elementi che ostacolano significativamente la capacità delle aziende di pianificare investimenti e sviluppo a medio-lungo termine.

Clima di fiducia e aspettative future

Indicatori di sentiment: cautela e incertezza

Gli indicatori di clima aziendale confermano la situazione di stagnazione prolungata che caratterizza il mercato delle fonderie italiane nel primo trimestre 2025. L'indice Act di marzo, che misura il sentiment generale del settore, supera la soglia dei 50 punti raggiungendo 53,2, riflettendo il miglioramento congiunturale rispetto al trimestre precedente.

Tuttavia, l'indice Six, che misura le aspettative per i sei mesi successivi, pur rimanendo sopra la soglia di sufficienza (53,2 punti), mostra un calo rispetto al mese precedente, quando già risultava in frenata rispetto all'inizio dell'anno. La distribuzione delle previsioni evidenzia una forte propensione alla cautela: il 61,3% del campione si posiziona su una previsione di stazionarietà, mentre aumenta la percentuale di fonderie che esprimono prospettive negative (12,9%) e si riduce quella di chi prevede un lieve miglioramento (25,8%).

Pressioni sui costi e sostenibilità economica

L'impatto devastante dell'energia sui margini

Il quadro della marginalità presenta aspetti critici che amplificano le difficoltà strutturali del settore. Al calo tendenziale di fatturato e produzione si contrappongono costi energetici in forte crescita, creando una morsa economica di particolare intensità. Il PUN (Prezzo Unico Nazionale dell'energia elettrica) ha registrato una crescita tendenziale del 49,6% rispetto al primo trimestre 2024, trascinando pesantemente al rialzo i costi di produzione complessivi.

Questa dinamica rappresenta uno dei fattori più critici per l'andamento delle fonderie nel 2025, poiché il settore fusorio è caratterizzato da elevata intensività energetica. L'impossibilità di trasferire completamente questi aumenti sui prezzi di vendita, in un contesto di domanda debole, comprime drasticamente i margini operativi delle aziende.

Prospettive strategiche e necessità di intervento

La necessità di supporto istituzionale

Le considerazioni del presidente Zanardi evidenziano la necessità di un cambio di paradigma nell'approccio al settore: «Le prospettive di ripresa non sono per il momento supportate da un portafoglio ordini solido, ma sembrano essere dettate più dalla speranza che da elementi concreti. L'incertezza dello scenario globale, legata alle politiche economiche e a rischi come l'introduzione di nuove barriere al commercio internazionale, non solo non esclude la possibilità di un'ulteriore discesa, ma sta già oggi condannando il settore a un immobilismo degli investimenti».

Le prospettive delle fonderie italiane richiedono quindi un intervento coordinato a livello istituzionale. «Per modificare questo quadro – conclude Zanardi – è fondamentale che le istituzioni europee e nazionali traducano in misure concrete la consapevolezza, che finalmente sembra esserci, di dover sostenere le filiere produttive del continente».

Conclusioni: una fase di transizione senza direzione

Il settore delle fonderie italiane si trova in una fase di stagnazione prolungata che il primo trimestre 2025 non ha saputo interrompere in modo convincente. Nonostante un lieve miglioramento congiunturale, atteso dopo un difficile quarto trimestre 2024 caratterizzato dalle lunghe fermate produttive delle festività natalizie, il comparto rimane ancorato a dati tendenziali negativi che si susseguono da diversi trimestri.

La discesa iniziata nel 2024 sembra essersi arrestata, ma senza che si intraveda una chiara prospettiva di recupero. L'andamento delle fonderie nel 2025 appare quindi caratterizzato da un equilibrio precario, dove la tenuta congiunturale non riesce a mascherare le difficoltà strutturali che richiedono risposte strategiche di lungo termine per essere efficacemente affrontate.

 

Fonte: In Fonderia – Il magazine dell’industria fusoria italiana