
Il mercato dell'alluminio secondario in Europa: sfide e opportunità nella gestione dei rottami
Il mercato dell'alluminio secondario in Europa sta attraversando una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da dinamiche complesse che ne stanno ridefinendo gli equilibri. I rottami di alluminio rappresentano una materia prima di eccezionale valore strategico, poiché il metallo ottenuto da recupero e riciclo richiede solamente il 5% dell'energia necessaria per la produzione primaria. Questa caratteristica, unita all'escalation dei costi energetici, ha spinto numerosi operatori dell'Unione Europea nel settore delle prime trasformazioni di alluminio e sue leghe - dalle fonderie agli estrusori, dai laminatori ai produttori di getti - a rivoluzionare le proprie strategie di approvvigionamento.
La crescente richiesta di alluminio riciclato per la pressofusione ha determinato un incremento significativo della domanda di rottami negli ultimi anni. Questa tendenza non risponde solo a logiche economiche, ma anche agli stringenti obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra (CO2) per costruire un futuro più sostenibile. Tuttavia, l'evoluzione di questo mercato ha generato una competizione globale sempre più serrata per l'accesso ai materiali di recupero.
La crescente competizione globale per i rottami di alluminio
L'evoluzione della domanda mondiale ha portato il settore a un punto critico. Mentre la necessità di materia prima in alluminio, sia primaria che secondaria, continua a crescere all'interno dell'UE, la situazione diventa ancora più complessa quando si considera l'espansione accelerata di mercati come Cina, India e Asia. Per il metallo primario, la dipendenza europea è evidente: l'UE produce appena il 15% del proprio fabbisogno. Per quello secondario, la sfida è diversa ma altrettanto critica: gli esportatori locali di materiale da riciclo stanno scoprendo opportunità più vantaggiose nei paesi in forte crescita, sia per rottami di qualità consolidata che per scarti di lavorazioni e materiali post-consumo (PCR) di alta qualità.
I numeri testimoniano l'intensità di questa dinamica. Nel 2019, l'alluminio secondario rappresentava il 36% della fornitura totale di materiale in Europa. Nel 2021, l'UE ha riciclato circa 4,9 milioni di tonnellate di alluminio, raggiungendo un tasso di recupero del 69% dell'alluminio generato.
Regolamentazione e scarsità di rottami di alluminio: le preoccupazioni del settore
Questo massiccio aumento delle esportazioni ha sollevato serie preoccupazioni tra le associazioni industriali europee, incluse EUROFER, FACE e altre organizzazioni di categoria. Il rischio concreto è la perdita di un bene strategico come i rottami di alluminio, con conseguenze negative per gli obiettivi di economia circolare dell'Unione. La risposta delle associazioni è stata proporre misure di regolamentazione più efficaci per le esportazioni verso paesi non OCSE per garantire che materiali di valore strategico rimangano disponibili per alimentare le industrie locali.
A partire da febbraio 2025, l'UE ha adottato un nuovo regolamento sulle spedizioni di rifiuti (WSR) che introduce restrizioni sulle esportazioni di rottami metallici verso paesi non OCSE. Tuttavia, non esistono limitazioni dirette per le esportazioni verso paesi OCSE.
Questa attività di esportazione ha certamente sostenuto i prezzi in UE e Gran Bretagna, con i prezzi dei rottami di alluminio e dei lingotti in costante aumento negli ultimi mesi. Tuttavia, il settore si sta avvicinando a un punto di rottura con possibili conseguenze inflattive in alcuni segmenti di mercato. L'UE si trova nella necessità urgente di identificare un equilibrio sostenibile tra l'esportazione di rottami e la salvaguardia del corretto funzionamento della filiera interna del riciclo.
L'impatto sui produttori europei e la sostenibilità della pressofusione dell'alluminio
La forte crescita delle esportazioni verso Cina, India, Turchia e altri paesi asiatici, spesso supportata da politiche di acquisto aggressive, sta mettendo gli operatori europei in una posizione di svantaggio competitivo. L'impiego di rottami e le attività di lavorazione dell'alluminio nel riciclo stanno diventando operazioni sempre meno redditizie per le aziende europee. Oltre alla perdita di materiali pregiati e opportunità lavorative, emergono significative preoccupazioni per il futuro rispetto dei requisiti di riduzione delle emissioni di CO2 stabiliti dalla Commissione Europea.
Il mercato globale dell'alluminio secondario ha registrato una crescita significativa dal 2020 al 2025, guidata da maggiori sforzi di riciclo e dall'aumento della domanda in vari settori. La produzione di secondario è più che raddoppiata in Europa a partire dai primi anni '90, posizionando il continente come leader di mercato in termini di volume. Tuttavia, già nel 2024 e all'inizio del 2025, i commercianti asiatici stanno offrendo prezzi superiori del 20-40% rispetto ai commercianti europei, a seconda del tipo di rottame, per garantire la continuità operativa in un contesto sempre più competitivo.
Dinamiche regionali e sfide tecnologiche nel riciclo dell'alluminio
Europa: navigare tra domanda debole e sovraccapacità
Nel 2025, il mercato europeo delle leghe secondarie di alluminio affronta sfide significative legate alla debolezza della domanda e alla sovraccapacità. Questa situazione è aggravata da un clima economico generale più fragile e dalla crescente competizione globale per i rottami, che hanno generato pressioni sui prezzi e dirottato quote sempre più importanti di materiali verso Cina, India, Turchia e Asia, sottraendoli agli operatori locali.
Asia-Pacifico: l'ascesa di nuovi player dominanti
L'area Asia-Pacifico, in particolare Cina, India e Giappone, si è affermata come protagonista del mercato dell'alluminio secondario. Il forte sviluppo del settore automotive in questi paesi ha contribuito significativamente alla crescita parallela della domanda di alluminio secondario. Con una produzione locale insufficiente, questi paesi necessitano di importare rottame da altre aree, specialmente dall'Europa, nonostante i costi di trasporto elevati e i lunghi tempi di consegna. I costi inferiori di manodopera e produzione consentono a questi paesi di investire maggiori risorse nelle materie prime, mantenendo margini di competitività sui produttori dell'UE.
Le principali sfide del mercato europeo dei rottami
Il mercato dell'alluminio secondario in Europa deve confrontarsi con diverse sfide critiche che influenzano efficienza, prezzi e sostenibilità:
- Conformità normativa e ambientale: l'Unione Europea dispone di rigorose normative ambientali e di riciclo che possono complicare il mantenimento della conformità per le aziende. Le politiche di economia circolare e gli obiettivi di riciclaggio dell'UE richiedono trattamenti dei rottami e recupero dei materiali di alta qualità, esercitando pressioni sui riciclatori per rispettare questi standard elevati.
- Volatilità dei prezzi: i prezzi dei rottami di alluminio mostrano elevata volatilità, influenzati dall'offerta e domanda globale e dalla qualità dei materiali. Le fluttuazioni economiche nei settori automobilistico, edile e degli imballaggi - principali consumatori di alluminio - possono generare prezzi imprevedibili.
- Variabilità qualitativa: la qualità dei rottami può variare significativamente, con alcune fonti che contengono contaminanti o richiedono lavorazioni complesse per il riutilizzo. Questo influisce sull'efficienza delle operazioni di riciclo e aumenta i costi operativi, spiegando perché gli importatori da paesi terzi preferiscono acquistare "rottame più pulito" dall'Europa a prezzi superiori.
- Sfide tecnologiche: nonostante i progressi nelle tecnologie di riciclo, persistono sfide tecniche legate alla separazione e selezione efficiente dei rottami di alluminio. Sono necessarie tecnologie di selezione più avanzate e migliori infrastrutture per migliorare qualità e resa del materiale riciclato.
Verso un futuro sostenibile: conclusioni e prospettive
Nel 2023, le esportazioni dell'UE di materie prime riciclabili verso paesi extra-UE hanno raggiunto 39,3 milioni di tonnellate, con oltre la metà rappresentata dai metalli. La Turchia è emersa come principale destinazione, superando la Cina. Un esempio concreto dell'impatto di queste dinamiche viene da un leader di settore che nel 2024 ha acquistato 20.300 tonnellate di rottami di alluminio (valore di 36 milioni di euro) per produrre leghe da fonderia. Questo volume costituisce il 54,45% del contenuto di rottami nei lingotti destinati principalmente all'industria automobilistica dell'UE.
La crescente domanda di maggiore contenuto di alluminio da riciclo risponde a motivazioni di ecosostenibilità, ma ottenere questo tipo di rottami è diventato sempre più difficile nel mercato domestico. La scarsità di rottami di alluminio non deriva solo dall'aumento delle esportazioni verso est, ma anche dalla minore offerta generata dal segmento automotive a causa della ridotta domanda di veicoli elettrici e del minor interesse nell'acquisto di nuove auto dovuto all'attuale situazione economica.
Per garantire un'offerta sufficiente di rottame di alluminio all'interno dell'Unione Europea, è indispensabile un rilancio dell'economia e l'implementazione di misure appropriate per regolare le esportazioni. La salute del sistema domestico di recupero e riciclo dell'alluminio non solo migliorerà l'impronta complessiva di CO2, ma aumenterà anche i margini grazie al minor costo delle materie prime nella filiera, proteggendo il patrimonio tecnologico dei raffinatori europei che hanno contribuito significativamente allo sviluppo della fonderia di getti di alluminio nei decenni passati.
Fonte: A&L Aluminium Alloys Pressure DiecastingFoundry Techniques