dazi usa alluminio

Dazi USA sull'alluminio: rischi e impatto sulle fonderie europee

Sembra essere stato raggiunto una sorta di armistizio commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti con i nuovi dazi USA sull'alluminio e su gran parte dell'import di beni dall'Europa, fissati al 15%. Tuttavia, alluminio e acciaio, e probabilmente anche rame, sono penalizzati da una tariffa del 50%.

Secondo recenti simulazioni di Oxford Economics, il mantenimento di questo scenario potrebbe avere conseguenze economiche molto pesanti per l'UE, con stima di perdite annuali complessive vicino a 70 miliardi di euro, una contrazione significativa delle esportazioni e un indebolimento strutturale della competitività.

Le conseguenze dell'escalation tariffaria per l'export di pressofusi in USA

Lo scenario diventa ancor più preoccupante nell'ipotesi di una radicalizzazione del confronto, con dazi ancora più elevati ed eventuali misure di ritorsione reciproche. I costi, in questo caso, potrebbero arrivare sino a 210 miliardi di euro all'anno per l'UE.

A complicare il quadro c'è il fatto che non si tratta solo di una questione tra Bruxelles e Washington, perché le tensioni commerciali tra i due blocchi potranno generare danni collaterali con altri partner commerciali.

Gli effetti domino sugli equilibri internazionali

Il rapporto cita ad esempio le relazioni con la Svizzera e l'India. Alcuni scenari critici includono:

  • Scenario Svizzera: se gli Stati Uniti imponessero un dazio intorno al 40% sulle merci svizzere, l'impatto sarebbe enorme per un Paese le cui esportazioni verso gli USA valgono quasi il 7% del PIL. Le ripercussioni non si fermerebbero a Berna, ma toccherebbero anche l'UE, in particolare la Germania, fortemente integrata con l'economia svizzera.
  • Variabile cinese: se Washington portasse i dazi contro Pechino ai livelli proposti del 125%-145%, parte dell'export cinese potrebbe riversarsi sul mercato europeo, con un afflusso massiccio di prodotti tradizionalmente a basso prezzo che porterebbe a forti distorsioni di competitività e pressione insostenibile sui produttori europei.

Si tratta naturalmente di ipotesi di lavoro che considerano il massimo livello di rischi, comunque gli equilibri tariffari sono una materia molto critica e complessa, e le implicazioni strutturali negative di lungo periodo restano enormi.

L'impatto dei dazi sulle fonderie: una cesura storica

La realtà è che il tradizionale modello che ha regolato per decenni i rapporti tra l'economia europea e quella statunitense non esiste più. Oggi abbiamo di fronte un futuro incerto, senza consolidate regole condivise né fiducia reciproca, con un quadro di relazioni commerciali stabili da ricostruire ex novo.

La nuova strategia tariffaria americana rappresenta in realtà una vera e propria cesura storica rispetto a decenni di progressiva liberalizzazione del commercio mondiale. Dal 1947, con l'accordo GATT, le politiche commerciali internazionali avevano seguito un percorso più o meno tranquillo, orientato alla riduzione delle barriere, anche se negli ultimi tempi la linea di globalizzazione aveva mostrato qualche segno di rallentamento.

Ma la presidenza Trump ha scelto un'inversione di rotta radicale. Il quadro è oggi totalmente cambiato e si vive un clima di incertezza che nell'immediato ha già prodotto importanti ripercussioni negative.

Settori metallurgici sotto pressione

Non c'è tempo da perdere, in particolare pensando al settore dei metalli di base come acciaio, alluminio e probabilmente rame, per ora colpiti da una tariffa di importazione ferma genericamente al 50%. La discussione resta ancora aperta, con ipotesi di contingenti concordati, ma già si avvertono ripercussioni negative per il mercato UE dell'alluminio, come quella relativa ai rottami. L'impatto dei dazi sulle fonderie e sull'export di pressofusi in USA risulta particolarmente critico per le imprese del settore.

Strategie urgenti per la competitività europea

Occorrono subito da parte dell'UE e dei governi strategie correttive su più fronti:

  • Materie prime: evitare l'eccessiva dipendenza da importazioni con difficoltà di approvvigionamento e con materia prima ad alta intensità di carbonio, capaci di compromettere le certezze di fornitura e gli obiettivi di economia circolare;
  • Questione energetica: ridurre i costi e garantire forniture stabili per mantenere la competitività industriale;
  • Mercato unico: rafforzamento e stimolazione della crescita interna;
  • Produttività e innovazione: attenzione a competitività, energia ed ecosostenibilità.

Da tempo i decisori europei avevano a disposizione le linee di riferimento da seguire per salvare l'economia europea, con tutti gli elementi chiaramente trattati nei rapporti di Letta e Draghi, che indicavano come investire in UE mille miliardi di euro l'anno e porre le basi per non diventare una colonia di Stati Uniti e Cina.

Oggi invece ci troviamo di fronte all'imposizione di una richiesta di investire 1.350 miliardi di dollari negli Stati Uniti, tutti a spese della nostra industrializzazione.

 

Fonte: A&L Aluminium Alloys Pressure Diecasting Foundry Techniques